Genova, alle 11.50 circa del 14 agosto crolla parte del ponte Morandi, il viadotto dell’autostrada A10 che attraversa il torrente Polcevera e collega la città al porto. Immediata la reazione del dispositivo dei soccorsi: 400 Vigili del fuoco, giunti da tutta la Liguria ma anche dal Piemonte, dalla Lombardia, dalla Toscana e dal Veneto con personale specializzato USAR (Urban Search and Rescue), SAF (Speleo Alpino Fluviale), NBCR (Nucleare Batteriologico Chimico Radiologico) e cinofilo, lavorano ininterrottamente per giorni alla ricerca dei dispersi.
Il 18 agosto, a quattro giorni dalla tragedia, viene recuperato il corpo senza vita dell’ultima persona rimasta sotto le macerie. Il bilancio sarà di 43 vittime e 9 persone salvate.
I Vigili del fuoco del nucleo GOS (Gruppo Operativo Speciale), specializzato in movimento terra, inizia le operazioni di rimozione delle macerie e delle parti pericolanti. Il repertamento delle parti rimosse viene effettuato dalle squadre TAS (Topografia Applicata al Soccorso) e NIAT (Nucleo Investigativo Antincendi Territoriale), di concerto con la Polizia Scientifica.
Parallelamente continua l'assistenza alla popolazione per il recupero dei beni personali nelle abitazioni dichiarate non più agibili.

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