SOCCORSO PUBBLICO E PROTEZIONE CIVILE: SINERGIE E PROSPETTIVE DI AZIONE

“L’idea di mettere intorno a un tavolo gli attori del soccorso centrali e periferici, come i comuni, le regioni, il mondo scientifico ed accademico, il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, la Protezione civile, le Forze di polizia, il Soccorso alpino, l’ISPRA, è nata da una domanda che ci siamo posti all’indomani della triste ricorrenza dei quarant’anni dalla tragedia del Vermicino: cosa è cambiato da allora nel nostro sistema di soccorso di gestione dell’emergenza? C’è sicuramente ancora del lavoro da fare, ma intanto è nata la Protezione civile, c’è stata una crescita dell’innovazione e della tecnologia e di molte procedure operative. Competenza, professionalità, responsabilità, formazione sono tematiche centrali per noi, senza dimenticare la pianificazione dell’emergenza che è il cuore della prevenzione. Fondamentale è il tempestivo coordinamento di tutta la macchina del soccorso per stabilire rapidamente quali siano le competenze centrali e territoriali, per poi agire durante un’emergenza”.

Così il prefetto Laura Lega, capo Dipartimento dei Vigili del fuoco Soccorso pubblico e Difesa civile al workshop che si è tenuto nella sala Giorgio Mazzini dell’Istituto Superiore Antincendi a Roma, organizzato con la Direzione centrale per l’Emergenza dei Vigili del fuoco.

“Sull’esperienza di Alfredino ci siamo interrogati, potevamo far meglio? Oggi sarebbe diverso? Di sicuro abbiamo attrezzature e tecniche più evolute, ma non so se saremmo riusciti a fare meglio. Bisogna agire e insistere sulla prevenzione. Una macchina del soccorso deve essere sempre efficiente nel tempo, è importante che venga puntualmente riorganizzata, specie dopo le grandi emergenze. I vigili del fuoco hanno un osservatorio privilegiato, che è l’esperienza del soccorso e che traducono in norme per la prevenzione”. Queste le parole con cui il capo del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco Fabio Dattilo ha introdotto il convegno.

Un’analisi a tutto tondo, quella fatta il 23 giugno, per fare il punto sull’evoluzione del soccorso tecnico urgente negli ultimi decenni e pianificare le prospettive di azioni future. Per portare la propria esperienza nei vari campi, moderati da Toni Mira, caporedattore di Avvenire, sono intervenuti il capo Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio, il vicecapo della Polizia di Stato Maria Teresa Sempreviva, il direttore operativo per il coordinamento dell’emergenza del Dipartimento di Protezione civile Lugi D’Angelo, il dirigente generale della provincia di Trento Raffaele De Col, il sindaco di Montelupo Fiorentino Paolo Masetti, il capo del Corpo nazionale del Soccorso alpino e speleologico Maurizio Dellantonio, il Presidente dell’ISPRA Stefano Laporta, il professore ordinario dell’Università Campus Biomedico di Roma Roberto Setola, il vicedirettore del Tg1 Rai Filippo Gaudenzi.

Dalla tragedia di Vermicino fino a quella che ieri è stata la notizia del giorno, il ritrovamento nel Mugello del piccolo Nicola, sono passati quarant’anni. Da allora sono cambiate tante cose: si sono evolute le tecniche e le strumentazioni di soccorso, è migliorata la capacità di gestire le operazioni negli scenari d’intervento complessi grazie ad una rinnovata sinergia e organizzazione tra tutte le forze in campo che compongono, durante le emergenze nazionali e non, il dispositivo di soccorso. Oggi più che mai, con una società che cambia e un aumento dei rischi legati ai cambiamenti climatici, in un sistema di protezione civile occorre continua pianificazione e una regia che coordini tutte le parti in causa. Un ruolo fondamentale è l’azione preventiva e di ricerca fornita dalle istituzioni, dal mondo accademico e dalla comunità scientifica.

Sullo sfondo la comunicazione, il bisogno di garantire responsabilmente delle fonti sicure con cui osservare un dovere di trasparenza nei confronti del cittadino, che oggi soprattutto ha fame di conoscenza.

“Il sistema di protezione civile deve puntare sul potenziale dei singoli settori, sulle eccellenze come il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, il Soccorso alpino, la parte sanitaria. Bisogna omogeneizzare le procedure, condividere le direttive difendendo le peculiarità” ha chiuso il Capo Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio.

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