SISMA EMILIA

Alle ore 4.03 del 20 maggio, una scossa sismica di magnitudo 5.9 interessò un'ampia zona dell'Italia Settentrionale, l'epicentro fu localizzato tra i comuni di Finale Emilia, Borgofranco sul Po’ e Felonica. Alle prime luci dell'alba, l'elicottero dei Vigili del fuoco del nucleo di Bologna effettuò una ricognizione rilevando danni alle strutture in particolare nei comuni delle province di Ferrara, Modena e Mantova. Immediato l'invio delle sezioni operative dalle Direzioni Regionali di Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Lazio e Veneto e di ulteriori mezzi aerei del nucleo di Venezia: furono 850 i Vigili del fuoco al lavoro fin dalle prime ore, 270 gli automezzi a supporto.
Il 29 maggio ulteriori scosse colpirono l'Emilia Romagna: alle ore 9.00 di magnitudo 5.8, alle 12.55 una di 5.4 e poi alle 13.00 altre due scosse, rispettivamente di magnitudo 4.9 e 5.2. L'epicentro venne individuato tra i comuni di Medolla, Mirandola e Cavezzo. Le scosse furono avvertite in tutta l'Italia settentrionale, ulteriori repliche si susseguirono nei giorni successivi.
Gli eventi sismici causarono pesanti danni alle costruzioni rurali ed industriali, alle opere di canalizzazione delle acque, nonché a edifici e strutture di interesse storico-artistico.

Al termine dell’emergenza furono 112.529 gli interventi svolti dai Vigili del fuoco, numerosi per la salvaguardia e il recupero di strutture storiche e beni artistici.

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